A Louca de Serrano di Dina Salústio

Associazione Luanda presenta:

LUsofoniAMOci
✅️Riprendiamo i nostri incontri di
Letture📚 in portoghese🇧🇷 alla Biblioteca Virgilio Brocchi
✅️Sabato 14 novembre
⏰️Ore 15 – 17
✅️Via A. Casotti, 1 Nervi

✅️Il nostro viaggio nel mondo 🌏 della letteratura Lusofona prossegue nelle isole del Capo Verde 🇨🇻 per conoscere la sua cultura e la sua gente attraverso il libro📙 “A louca de Serrano”
di Dina Salústio. Primo romanzo di un’ autrice donna pubblicato a Capo Verde nel 1998.
Vi aspettiamo!
Non dimenticate di prenotarvi!!!
biblbrocchi@comune.genova.it

A Louca de Serrano di Dina Salústio

“Serrano, esquecida da civilização, comprimia-se entre os caminhos remotos que levavam a uma longínqua saída para a capital e a região selvagem…imersa num povoado de seres estranhos costumes aos quais não estavam alheios denunciados pactos com os subterrâneos da terra e das águas, habitados por animais que nunca se mexiam e pedras com miolo mole… Dizia-se que Serrano trazia o destino escondido de uma velha mulher…” A Louca de Serrano, Dina Salústio

Benardina de Oliveira Salústio (Dina Salústio) nasce nell’isola di Santo Antão, Capo Verde, il 27 marzo del 1941.
Poetessa, scrittrice, saggista, assistente sociale e insegnante. È stata anche una produttrice radiofonica. Ha diretto un programma radiofonico sulle tematiche educative e infantile.
Dina Salústio ha lavorato per il Ministero degli Affari Esteri di Capo Verde. È nota anche per uno studio sulla violenza sulle donne ed è stata una delle fondatrici dell’associazione degli scrittori capoverdiani.
È in assoluto una delle prime scrittrici capoverdiane e nel 1998 pubblicò l’opera A Louca de Serrano.
A Louca de Serrano non è solo un romanzo femminile, ma è un testo (se così vogliamo definirlo) aperto a chi vuole ascoltare la voce femminile.
Un romanzo che pone la donna al centro del contesto sociale e politico di Capo Verde.
La scrittrice con questo libro racconta la sua esperienza individuale e soggettiva, con una postura ferma e delicata dinanzi alla realtà femminile capoverdiana e del mondo.
A Louca de Serrano è un’ opera letteraria capoverdiana che leggendola pian pianino, senza fretta, sì scopre i propri desideri, la nostalgia di un’infanzia dimenticata e in qualche modo ci sentiamo protagoniste principali. Ed è proprio questo che la scrittrice ci vuole fare scoprire, i nostri sentimenti e le nostre emozioni.
La narrativa è costruita in due spazi, la capitale e il paesino Serrano.
Filipa è il personaggio principale; nel libro scopriamo la sua infanzia nel paesino e la sua fase adulta nella capitale.
Serrano è un paese magico di 193 creature, incluso tre cani, tra cui un’ostetrica e una louca (pazza).
Ci sono altri personaggi di rilievo come: Loja, Jerónimo, Gremiana e Maninha.
Buona lettura e buona condivisione,


Sandra Andrade

Sergio Frusoni, il poeta italo capoverdiano

Dati Biografici

Sergio Frusoni fu un poeta italo-capoverdiano. Nacque il 10 Agosto del 1901 nella città di Mindelo, São Vicente. Figlio di genitori italiani, Giuseppe Frusoni commerciante di corallo e di Erminia Bonucci. Giuseppe Frusoni era in società con Pietro Bonucci, fratello della moglie, a Mindelo.

A Capo Verde Sergio Frusoni frequentò gli studi fino alla quarta elementare. Il padre mandò Sergio e il fratello Emanuele in un collegio in Italia. Nel collegio erano spesso picchiati e così il padre li fece ritornare a Mindelo. Ancora giovane lavorò alla “Western Telegraph Company” come telegrafista. Dopo un periodo di lavoro lasciò l’impiego, a causa di alcune incomprensioni con un collega inglese. Nel frattempo lui raggiunse l’età del servizio militare e il padre decise di mandarlo in Italia. A Livorno conobbe Mary Carlini con la quale si sposò il 26 Giugno del 1924.

Nel 1925 Sergio Frusoni tornò a Mindelo con la moglie. Nello stesso anno nacque la prima figlia Lilia. Sergio Frusoni trovò subito lavoro nella compagnia italiana “Italcable”, concorrente della compagnia inglese “Western Telegraph Company”.

Nel 1931 ottenne il trasferimento ad Anzio, e dopo un anno circa venne trasferito a Roma. Nel 1932 morì la figlia Lilia. Sergio Frusoni e la consorte ebbero ancora quattro figli: Franco, Giovanna e Mario nati a La Spezia e l’ultimo Fernando a Roma.

Quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale, Sergio Frusoni entrò a far parte dell’esercito italiano. Fu imprigionato in un campo di concentramento americano a Coltano. Nello stesso campo fu prigioniero anche suo figlio Franco, ancora minorenne. Furono liberati solo alla fine della guerra.

Nel 1947 Sergio Frusoni e famiglia partirono da Genova per Capo Verde con scalo a Lisbona.

A São Vicente furono accolti dallo zio Pietro Bonucci nella sua casa. Sergio Frusoni lavorò come aiutante al negozio dello zio. Con il passare dei tempi riuscì ad aprire un bar di nome “Caffè Sport”. Fortunatamente qualche tempo dopo rientrò a lavorare di nuovo all’Italcable (chiuso nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, perché gli inglesi tagliarono il cavo sottomarino). Lavorò lì fino al 1964. Con la pensione nel 1966 decise di partire per Genova insieme alla moglie, rimasero fino al 1971. Ripartirono di nuovo per l’isola di Sao Vicente e nel 1974 decisero di andare a Lisbona dal figlio Franco e lì nel 1975 morì.

Curiosità:

Uomo di rara sensibilità ha osservò la società di Mindelo descrivendola con maestria nei sui vari poemi scrivendo in creolo di São Vicente. Scrisse anche dei poemi in portoghese, inglese e italiano.

Molti dei suoi poemi sono riuniti nel libro di Dott. Augusto Mesquitela Lima con il titolo in portoghese “A Poética de Sergio Frusoni – Uma Leitura Antropologica”, edizione dell’Istituto di Cultura e Lingua Portoghese e Istituto Caboverdiano do Livro e Disco, 1992.

Fece la libera traduzione del libro “Er Vangelo Secondo Noantri!” di Bartolomeo Rossetti scritto nel dialetto romano in creolo “Vangêl Contód d’nôs Móda “una edizione della “Terra Nova” Sao Filipe-Fogo e finito di stampare nel 1979   Grafica e stampa: Comunicazione s.n.c. Bra (CN).

Scrisse anche dei racconti come Ti Karanga e Mari Matchim facendo parte del “Mosaico Mindelense” e furono trasmessi alla Radio Barlavento di Mindelo.

Utilizzando la musica di “Manché” scrisse le parole di un’operetta musicale di nome “Cuscujada” recitata dal figlio Franco in teatro con il Congiunto Scenico Castilhano.

Nell’ambito musicale scrisse le parole e compose la musica della Morna (musica tipica di Capo Verde) “Tempe d’ caniquinha”, “Ó Maria Hortensa” e ancora una marcia che la Banda Municipale suonava nella piazza principale di Mindelo.

All’età di cinquantadue anni dedicò il suo tempo libero alla pittura. Dipinse vari quadri tra cui un ritratto de Papa Giovanni XXIII e uno di Kennedy. Dipinse anche quadri con figure tipiche di Mindelo, ritratti della moglie e di una sua nipote.

Genova, 8 di Novembre 2012

Fernando Frusoni, il figlio. 

(Le sue poesie sono sul blog dell’Associazione Italo Capoverdiana, che è gestito da me e da un’altra collaboratrice, Ilaria.)