Letteratura Capoverdiana

Il percorso della letteratura capoverdiana dall’ 800 al 900

Premessa:

Le mie ricerche sulla letteratura capoverdiana partano da un interesse personale e dai miei studi a Capo Verde. Finì gli studi superiori a Sal ed ebbi la fortuna di avere due grandi insegnanti: Judite (Cultura capoverdiana) e Silvia (lingua e letteratura portoghese). Queste due maestre mi hanno spinta a domandarsi sul mio essere capoverdiano e di fare sempre ricerche.

Da piccola ho avuto l’opportunità di frequentare persone “culturalmente ricche” ed ho una zia (sorella di mio padre) che mi ha sempre sostenuta e spinta nei miei studi e nelle mie ricerche. Ai tempi non davo molta importanza, ma oggi posso riconoscere che è stata lei la mia “Musa ispiratrice”.

La mia ricerca si basa sugli appunti di quando ero al liceo e sulle riviste “Claridade” e “Ponto & Virgula”. In questo scritto ho cercato di non inserire le mie opinioni personali e soltanto di seguire un percorso delineato sulla letteratura capoverdiana dall’ 800 al 900. Buona lettura!

P.S. Magari ci sarà spazio per confrontarsi e chissà non si apre una prospettiva per uno studio sul percorso della lettura capoverdiana “Dai 900 ai giorni nostri”. È cambiato qualcosa? E quale sono le prospettive per un futuro? C’è o ci sarà una nuova generazione di scrittori con una visione diversa da quella dell’800 e del 900?

Parte I

  1. Dalle origini fino alla nascita del movimento letterario capoverdiano con la rivista Claridade:

La letteratura capoverdiana inizia a fiorire a metà del XIX secolo. Alcuni poeti contribuiranno alla preservazione della tradizione capoverdiana ed alla nascita di un vero senso di nazionalità:

Antonia Pusish (1804-1883)
Poetessa dell’isola di Sao Nicolau
Antonio Januario Leite (1867-1930)
Poeta dell’isola di Santo Antao
Eugenio Tavares (1867-1930)
Poeta e giornalista dell’isola di Brava
José Lopes (1872-1962)
Poeta di Sao Nicolau
Pedro Monteiro Cardoso (1883-1942)

Nel 1842 nell’arcipelago fu introdotto la stampa e nel 1856 fu pubblicato il primo romanzo capoverdiano “O escravo”, di José Evaristo d’Almeida. Nel 1877 fu creata una stampa periodica non ufficiale e nel 1916 furono pubblicate due opere di Eugénio Tavares, “Amor que Salva” e “Mal de Amor”. Nel 1921 fu pubblicato il poema “Ode à Africa” di Pedro Cardoso, fondatore del giornale “Manduco”.

Segue un lungo periodo senza pubblicazioni di testi fino al 1935 con la pubblicazione di “Arquipélago”, una raccolta di poesie di Jorge Barbosa.

In questo periodo predominano le caratteristiche estetico formale e le tematiche di due correnti di pensiero: il Classicismo e il Romanticismo.

Classicismo:

  • Risorgimento della cultura capoverdiana e la scoperta delle civilizzazioni antiche;
  • Studi più approfonditi e scientifici della filologia delle lingue classiche;
  • Credenza nelle capacità dell’uomo isolano;
  • Imitazione dei modelli greco-latini;
  • Chiarezza, armonia ed equilibrio.

Romanticismo:

  • Poesie di transizioni: antiche e nuove;
  • Esperienze della vita del popolo capoverdiano;
  • L’immaginazione, la spiritualità, l’emotività, la fantasia;
  • L’affermazione del carattere dell’uomo capoverdiano.

Il periodo delle Esperidi

Capo Verde ha sempre vissuto sotto la predizione degli dei, in un variegato di credenza pagana, mitologia greco-romana e religione cattolica. In questo periodo dagli scritti, le isole sono descritte in un modo quasi utopico come “le Esperidi”. La letteratura capoverdiana toccava anche tematiche come la fame, il vento e la siccità.

  • Le tre figlie (Egle, Aretusa, Esperetusa (o Esperia) ed Eritea) della Notte e di Erebo.
  • Secondo alcuni, le isole di Capo Verde facevano parte di un enorme continente.
  • Le isole Gorgadi.

Alcune opere di questo periodo sono:

  • Pedro Cardoso, Jardim das Hespérides (1926)
  • Revista Hespérides (1927)
  • José lopes, Hesperitanas (1929)
  • Idem, Jardim das Hespérides (1929)
  • Pedro Cardoso, Hespérides (1930)
  • Eugénio Tavares, Mornas, Cantigas Crioulas (1932)
  • Jorge Barbosa, Arquipélago (1935)

Negli anni 30, con I poemi dispersi di Pedro Corsino Azevedo gettano il ponte per il movimento di Claridade.

Pedro Corsino Azevedo (1905-1942)

Nel 1936 nasce la rivista “Claridade” (in italiano significa Chiarezza) – Revista de Artes e Letras, fondata da Baltasar Lopes, da Manuel Lopes e da Jorge Barbosa. Anche altri scrittori prenderanno parte, tali: José Lopes, Eugénio Tavares e Pedro Cardoso. Sicuramente la creazione del “Liceu Seminario” (Seminario di Scuola superiore) nel 1866 ha contribuito alla “nascita” di una classe di letterati.

2. L’inaugurazione del periodo della “Cabo-verdianidade” (1936-1957): Claridade e Certeza

CLARIDADE:

Il periodo Claridoso è caratterizzato da due elementi fondamentali: la rottura e la rielaborazione del linguaggio tra la lingua creola e la lingua portoghese.

I tre fondatori:

Jorge Barbosa (1902-1971)
Manuel Lopes (1907-2005)
Baltazar Lopes (1907-1989)

Nel marzo del 1936 la letteratura capoverdiana ebbe una svolta con la nascita della rivista Claridade, fondata da Baltazar Lopes, Jorge Barbosa e Manuel Lopes. Claridade fu pubblicata nella città di Mindelo, nell’isola di Sao Vicente. Nell’aspetto formale, Claridade rappresenta la rottura con le forme classiche come la rima, la metrica, i generi letterari e il purismo della lingua, dovuto alla convivenza della lingua creola e della lingua portoghese, in un ibridismo mai prima pensato.

Questo movimento sorgeva con il proposito di “FINCAR OS PES NA TERRA CABO-VERDIANA” (Posare/mettere i piedi sulla terra capoverdiana) come diceva Manuel Lopes e di “PENSAR AOS NOSSOS PROBLEMAS” (Pensare ai nostri problemi) come diceva Baltazar Lopes. Le tematiche principali d’affrontare erano:

  • La siccità;
  • La decadenza del Porto Grande a Sao Vicente;
  • La fine dell’emigrazione per gli Stati Uniti d’America;
  • L’apertura del contratto per i campi nelle isole di Sao Tomé e Principe.

Aprendosi verso un modello letterario del realismo nordista brasiliano, la rivista Claridade inizia a “sbocciarsi”.

Prima fase:

La rivista non aveva un programma definito, ma lo scopo era dare voce al popolo capoverdiano nella sua genuinità ed autenticità.

Claridade iniziava come testamento vivo del rispetto per i valori capoverdiani, previlegiando la lingua creola che durante il colonialismo è stata oggetto di repressione. Una sfida alle autorità ed una difesa alle radici più profonde del popolo. Fu l’inizio di un nuovo percorso estetico e poetico della letteratura capoverdiana.

Il contributo degli scrittori della rivista Claridade fu molto importante, l’apertura verso un nuovo modo di espressione culturale per l’uomo capoverdiano. Dai “Claridosos” usciranno le opere più importanti della letteratura capoverdiana: Chiquinho di Baltazar Lopes; Chuva Braba e Flagelados do vento leste di Manuel Lopes; ed ancora oggi di grande impatto sociale sono le opere di Jorge Barbosa.

Seconda fase:

La Claridade della prima fase durò solo un anno. La rivista avrà una periodicità irregolare, con più sei numeri in uno spazio di 12 anni. Nel 1947, numeri 4 e 5; nel 1948, il numero 6; nel 1949, il numero 7 e per nove anni ci sarà una pausa e la rivista numero 8 uscirà nel 1958. Nel 1960 uscirà il numero 9. In tutto questo tempo i valori di Claridade non si sono deteriorati, anzi una nuova prospettiva verso la modernità di chi ha saputo evoluire nel tempo.

CERTEZA:

Una nuova rivista appare tra il 1944-1945: Certeza (certezza). Soltanto due numeri furono pubblicati perché il terzo venne distrutto dal governo. La censura in quel periodo era molto forte ed era difficile pubblicare o creare riviste letterarie. Ebbene far presente che con questa rivista si inizia a delineare il cammino del capoverdiano. I collaboratori furono:

Antonio Nunes (1917-1951) Praia, isola di Santiago
Teixeira de Sousa (1919-2006), Sao Felipe, isola di Fogo
Arnaldo França (1925-2015) Praia, isola di Santiago
Nuno Miranda (1924-)
Orlanda Amarilis (1924-2014) Assomada, isola di Santiago
Manuel Ferreira (1917-1944)

Poesia di Antonio Nunes:

– Mamãi!

sonho que, um dia,

estas leiras de terra que se estendem,

quer sejam Mato Engenho, Dacabalaio ou Santana,

filhas do nosso esforço, frutos do nosso suor,

serão nossas.

E, então,

o barulho das máquinas cortando,

águas correndo por levadas enormes,

plantas a apontar,

trapiches pilando,

cheiro de melaço estonteando, quente,

novas seivas brotando da terra dura e seca,

vivificando os sonhos, vivificando as ânsias, vivificando a Vida!…

Certeza n. º 2, giugno 1944

(Continua…)

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